Due chiacchiere con Paola Turci, in Calabria e Sicilia con "Il secondo cuore tour"

Dopo un anno di grandi soddisfazioni e riconoscimenti, Paola Turci, una delle artiste italiane più versatili e amate, sarà in Sicilia e Calabria, con la nuova manche de “Il secondo cuore tour”, tournèe dell’ultimo disco riproposto in una nuova edizione - pubblicata da Warner Music Italy il 27 ottobre scorso - con tre brani inediti, tra cui il singolo “Off-Line”. La cantante romana, dopo essersi esibita in varie città d’Italia, farà tappa il 21 novembre prossimo al Teatro Rendano di Cosenza, per proseguire il 23 al Metropolitan di Catania e il 24 al Golden di Palermo. In scaletta, oltre al brano sanremese “Fatti bella per te”, i pezzi dell’album e i grandi successi del passato. Ad accompagnarla Pier Paolo Ranieri (basso), Fabrizio Fratepietro (batteria), Roberto Procaccini (tastiere) e Fernando Pantini (chitarra elettrica). Abbiamo raggiunto l’artista per saperne di più.

“Il secondo cuore”: un titolo che già emoziona, presente sia nel singolo “La vita che ho deciso” che nel brano omonimo scritto da Enzo Avitabile. Quale il suo significato?

“E’ una definizione arrivata da Enzo che ho trovato perfetta per il luogo dove ho sempre amato abitare. Il secondo cuore è la scritta di una stanza che per me è il paradiso della musica, dell’ispirazione e della creatività. Fin da bambina mi chiudevo in ogni stanza libera della casa; poi a 11 anni ho cominciato a suonare la chitarra e passavo giornate a suonare, cantare e immaginare. Sono stati i momenti più felici della mia vita da cui ho tratto ispirazione per quella che è diventata la mia vita in un secondo momento. Trovando questa definizione, ho voluto intitolarci il disco che, a parte i primi album, ritengo il più importante e definito, che esprime i concetti al meglio e con semplicità, senza troppi giri ed ermetismi”.

Nei tuoi concerti saranno anche riproposte alcune sue canzoni storiche. Quali riascolteremo?

“Ho cercato di fare una scelta di brani pensando a me col pubblico, perché nell’esibizione siamo una cosa sola, diventiamo un “noi”. Ho quindi selezionato le canzoni immaginando anche cosa potesse far piacere essere ricordato dagli spettatori. Nel concerto c’è tutto il racconto del percorso che ho fatto da “Bambini” a “Off-Line”. Eseguirò anche diversi brani che sono mancati in passato, ma qui ci saranno. Ho ristrutturato il concerto rispetto a quello dello scorso anno e sarà uno spettacolo molto più ricco, proprio come la nuova edizione dell’album”.

I testi del disco sono incentrati su sentimenti, esperienze, sensazioni e incontri, in cui chiunque può identificarsi. Possiamo dire che è un album fondamentalmente intimista…

“Più che intimista, è un album autobiografico e parte comunque da esperienze personali di questi anni che hanno rappresentato il periodo della scoperta della consapevolezza di sé, del rendersi conto di quanti regali alla fine, nonostante tutto, la vita ti può fare e di come siano connessi a certe cose che avvengono. A volte pensiamo alle coincidenze, invece ci sono congiunzioni che possono diventare magiche. Il disco parla di questo, ma contiene anche episodi più singolari”.

A Sanremo con “Fatti bella per te”, hai cantato la consapevolezza della donna e la fiducia in sé, che non dovrebbero mai essere smarrite. Rispetto ai recenti scandali che hanno toccato il mondo dello spettacolo, si può dire che stiamo vivendo una nuova consapevolezza della donna?

“C’è sicuramente una nuova consapevolezza, ma ci vuole impegno. Non si nasce con la voglia di volersi bene, ma se ne comprendere l’importanza quando qualcosa ti condiziona e ti limita. Bisogna lavorarci molto. Io stessa ero piena di insicurezza e paure, soprattutto dopo le conseguenze dell’incidente, e ho lavorato per raggiungere un equilibrio che potesse rendermi più strutturata”.

L’album vanta collaborazioni importanti, come quelle con Avitabile e Niccolò Agliardi, ed è molto variegato anche nelle sonorità. Che ci dici rispetto alle sonorità?

“Questa varierà è frutto del grande lavoro che sono riuscita a fare con Luca Chiaravalli che, al di là del suo successo come produttore, è riuscito a trovare un linguaggio comune con me, condividendo l’importanza di dare un suono preciso a questo disco. Abbiamo scritto alcune canzoni insieme. Ma nel disco ci sono anche Giulia Ananìa, con la quale ho composto le prime canzoni dell’album “Ma dimme te” e “La vita che ho deciso”; Davide Simonetta, Marco Giallini come ospite, Fink, Fabio Ilacqua, che ha firmato con me “La prima volta al mondo”... C’è quindi un gruppo di belle persone, grandi collaboratori più che autori. Le sonorità sono tante a seconda di ogni brano che è sempre qualcosa a sè. Ci sono quindi momenti diversi nell’album e anche il concerto sarà così, con momenti da interprete ed altri elettrici e acustici. Uno spettacolo molto dinamico”.

Il brano con Giallini, “Ma dimme te”, è stato il pezzo da cui è partito tutto. Come è nato?

“Giallini era il volto e la personalità giusta per rappresentare quell’uomo preso di mira dalla donna protagonista del pezzo: un uomo infido, che ti dice “ti voglio bene” ma poi si fa gli affari suoi. Anche l’incontro con Giulia è stato significativo perché volevo conoscerla, sapendo che è una poetessa romana giovane e molto talentuosa. Con lei in un’ora soltanto abbiamo scritto un pezzo in romanesco. Era la prima volta che cantavo in dialetto. Ci eravamo date questa modalità del romano per conoscerci. Da lì è partito tutto”.

Dalla partecipazione a Sanremo il 2017 è stato un anno di grandi soddisfazioni. Cosa dovremmo aspettarci in futuro?

“Sanremo fa molto e sono infinitamente grata alla manifestazione, ma gli impegni non finiscono. Ci saranno altre occasioni per vederci, e mi dedicherò alle cose che mi piacciono. Oltre a lavorare sul nuovo disco nei primi mesi dell’anno vorrei portare a termine il romanzo che ho cominciato a scrivere, e gettare le basi per tornare in teatro nella prossima stagione col monologo “Mi amerò lo stesso””.

                                                                                                                                                                                                                                                    Marco Bonardelli