Parata di stelle al Taormina Film Fest, al Teatro Antico e al Palacongressi della splendida cittadina, dall’11 al 18 giugno scorsi; ma anche tanta buona arte, attualità e problematiche del nostro tempo, tutto discusso coi toni tipici della capacità tutta attoriale di portare in primo piano il “bello”, anche nei casi in cui sembrerebbe impossibile reperirlo.
Dal primo all’ultimo giorno, dalla presenza significativa di Richard Gere - impegnato nella campagna per la difesa dei diritti dei senzatetto (gli invisibili, quegli ultimi che sono per tutti vergogna ed esempio) - al penultimo Campus con Iain Glen, storico ed amato (soprattutto dalle donne) protagonista de Il Trono di Spade, il festival ha regalato momenti d’incontro significativi e irripetibili. Semplicità, capacità di comunicare e di “narrare narrandosi”, hanno reso divi e meno divi vicini al pubblico, non solo della stampa. Ogni giornata - scandita da vari appuntamenti dal mattino fino a tarda sera - ha affiancato, secondo le migliori tradizioni dei festival, attori e registi famosi alle nuove promesse del cinema e della tv, con un’attenzione particolare alla Sicilia, presente costantemente nella sezione “Filmmaker in Sicilia”, evento conclusivo degli appuntamenti pomeridiani, prima del galà al Tearo Antico. Ricordiamo brevemente alcuni appuntamenti più seguiti e le stelle che hanno dato maggior lustro alla manifestazione.
Dai toni conversazionali intimisti, la masterclass con Susan Sarandon che ha ammaliato con la sua bellezza a tutto tondo. Parlando del suo ultimo film da protagonista, The Meddler, la grande attrice americana si è narrata come professionista e come madre. Sempre emozionata a contatto con nuove storie e nuovi copioni, nonostante la lunga e prestigiosa carriera, l’attrice si è descritta come una madre presente, quasi simbiotica con i figli, nonostante i suoi impegni: “ Sono costantemente partecipe alla vita dei miei figli, così come loro alla mia”. Ha detto che la maternità a qualsiasi età la si vive e in qualunque condizione, anche la più tragica (come quella narrata nel film), è comunque un filo d’amore che ti lega ad altre persone e ti consente di essere forte, anche quando ti senti esposta e debole. Tra una battuta e l’altra non ha esitato a parlare delle prossime elezioni americane: ”Non riuscirei a votare Hilary Clinton, perché non sostiene le cause che appoggio e non rappresenta i valori in cui credo…”.
Sempre il 12 giugno due interessanti incontri. La TaoClass con Rebecca Hall - la Vicky di Woody Allen nel suo Vicky Christina Barcelona - che ha parlato dei suoi ultimi due film “Cristina” di Antonio Campos e “Il GGG – Il grande gigante gentile” di Spielberg. La storia forte di un suicidio in diretta tv il primo, e una fiaba anche per adulti il secondo. Riprendendo una polemica già aperta dalla Sarandon, anche la Hall si è detta contraria alla distinzione tra cinema “al femminile” e cinema “al maschile”, affermando: ”E’ una distinzione sterile; esistono solo storie universali che raccontano di esseri umani e parlano a tutti, indipendentemente dal fatto che i protagonisti siano uomini o donne”. Un vero “discorso sul metodo” invece, il Campus di Sabrina Impacciatore, che ha affrontato il tema del mestiere dell’attore. L’attrice romana ha raccontato le pieghe più nascoste di un lavoro alquanto complesso, non solo e non tanto per gli ostacoli e le prove da superare per raggiungere il successo, quanto, a volte, per la ripercussione psicologica di ruoli difficili da rivestire. E proprio parlando di vissuti connessi al mestiere, l’attrice ha messo in primo piano una sorta di “cristallizzazione” di ruoli specifici, collegandoli al gioco, a quando si è bambini e si immagina, ad esempio, di essere una principessa o la moglie di Tarzan. Giocando ci si impadronisce di una parte, e la si conserva per sempre, magari ripetendola in forma diversa e professionalizzandola.
Il 13 giugno Taoclass di uno dei maestri del cinema italiano, Marco Bellocchio, che è partito dal suo ultimo film Fai bei sogni (presentato a Cannes) per soffermarsi sull’argomento - centrale nel film - del rapporto dell’uomo con la madre e con la famiglia, delineando come tale relazione, attraverso i decenni, sia profondamente cambiata. E lo fa citando i suoi lavori passati, da I pugni in tasca (in pieno ‘68, un emblema della ribellione contro l’istituzione familiare) passando attraverso L’ora di religione per approdare al suo ultimo lavoro. Sempre nella giornata del 13 giugno, Campus con Salvatore Esposito e Cristiana Dell’Anna, interpreti della seconda stagione di Gomorra i quali, lavorando con quattro diversi registi nel corso dei vari episodi, hanno cercato di rendere, parlando dei loro ruoli, i significati portati dalla serie, attraverso una modalità di trasposizione di fatti che trae spunto dalla tragedia greca come dagli intrecci dei drammi shakespeariani. “Il libro di Roberto Saviano cui si ispira la serie è infatti prezioso – hanno detto gli attori – al fine di creare una nuova coscienza civile”. Diversi i toni dell’incontro coi Gatti di Vicolo Miracoli per la sezione “Pre-Visioni/Lavori in corso”. Jerry Calà e compagni hanno annunciato la loro “reunion ufficiale” (in realtà sono sempre rimasti amici, quasi parenti, dice Calà) dopo 35 anni, per girare il film 2016 – Odissea nell’ospizio, diretto dallo stesso Calà. Già il titolo promette bene perché riprende la cifra comica che ha caratterizzato il gruppo nato negli anni ’70.
Un altro grande protagonista per la TaoClass del 14 giugno: Harvey Keitel, il “bad boy” per eccellenza di celebri film che hanno rinnovato il cinema made in Usa. Un “cattivo” molto particolare, che non ama la violenza, anzi la combatte. “Apprendo con raccapriccio – ha affermato Keitel – le notizie sulla strage di Orlando. E penso che l’arte, l’educazione e la cultura possano dare un contributo importantissimo per evitare che si ripetano tragedie simili. Se quell’assassino fosse stato qui tra noi, in un festival del cinema, se avesse conosciuto la bellezza che può dare l’arte, forse avrebbe maturato idee diverse”. Presidente onorario dell’Actors Studio, assieme ad Al Pacino ed Ellen Burstyn, Keitel si è soffermato sull’importanza del “Metodo Stanislavskji”, da lui considerato “il metodo” per eccellenza, nonostante il confronto e la dialettica con strategie diverse siano sempre proficui. A seguire, il Campus con Noemi in una sala gremita di giovanissimi. ”La musica è come il cibo - ha detto la cantante romana – se una cosa ti piace la mangi, senza forzature”. Infatti a lei piacevano i ritmi blues, ed è partita da quelli per le sue canzoni. A chi desidera fare musica, Noemi ha consigliato di seguire il proprio gusto personale, senza farsi influenzare da mode o facili omologazioni: “La musica bisogna sentirla, prima dentro, per poi esternarla nel migliore dei modi, quindi può soltanto venire dalla propria interiorità, non dai gusti diffusi all’esterno”. Anche secondo Noemi la musica e l’arte non sono solo evasioni, ma modalità alternative per favorire lo sviluppo di una coscienza civile. Applauditissima anche al Teatro Antico, la cantante, in uno spumeggiante vestito rosso, ha aperto il galà serale. Presente a Taormina anche Chiara Francini, che ha dato voce al personaggio di Matilda nella versione italiana di Angry Birds, il film d’animazione basato sull’omonimo videogioco.
Un tuffo nel cinema del passato mercoledì 15 giugno con la TaoClass di Thierry Frémaux, che ha affascinato il pubblico mostrando le prime pellicole dei fratelli Lumière. Per lui conoscere il cinema delle origini è fondamentale per capire quello contemporaneo. Infatti, quando nel 2001 fu chiamato a dirigere il Festival di Cannes, pose come condizione quella di mantenere l’incarico di direttore artistico dell’Istituto Lumière, presieduto dal regista Bertrand Tavernier.
Nel pomeriggio il Campus di Fabrizio Gifuni, vera e propria lezione sul mestiere dell’attore. “L’attore è uno solo – ha affermato - non esistono attori di cinema, teatro, televisione: cambiano le tecniche espressive ed esistono i talenti, ovvero vi sono alcuni interpreti che riescono a liberare meglio le proprie energie su di un palco, altri invece davanti alla macchina da presa. Ma è necessario che tutti lavorino sul corpo, e siamo preparati per farlo”.
Apertura importante per la giornata del 16 giugno con la proiezione di Ukraine on Fire di Igor Lopatonok, nuovo appuntamento con la sezione “Eventi Speciali”. Lopatonok ha parlato del suo lavoro con Oliver Stone (coproduttore ed autore delle interviste contenute nel docufilm) ed Eleonora Granata durante la TaoClass di cui è stato protagonista.
La sezione Campus, prima di ospitare Claudio Santamaria (protagonista del caso cinematografico dell’anno “Lo chiamavano Jeeg Robot”), ha proposto un incontro con Enrico Brignano, autore di una vera e propria lezione sulla comicità. “Chi è comico – ha detto - tendenzialmente può essere anche un cattivo attore, mentre un “attore comico” può essere comico e attore; basti pensare a Totò, Sordi e Manfredi, che sono i più grandi attori italiani del ‘900, appartenenti a una generazione appena uscita dalla guerra e ad un’Italia non ancora consapevole delle sue potenzialità. Eppure la loro verve attoriale e comica era eccezionale”. Addentrandosi fino a spiegare “l’essenza” della comicità Brignano ha tirato in ballo quella di Plauto, che a sua volta si ispirava alle poche commedie greche rimaste. Il penultimo giorno di festival si è aperto con la sezione” Campus”. Andrea Micciché, presidente del NuovoIMAIE, ha raccontato obiettivi e iniziative del nuovo Istituto Mutualistico per la Tutela degli Artisti, Interpreti ed Esecutori. Al suo fianco Giuseppe Battiston, che ha affrontato il tema della “formazione”, sottolineando l’importanza dell’approccio a differenti metodologie di insegnamento, per diventare un artista completo. A tale proposito, l’attore veneto ha rievocato i suoi anni di studio alla Paolo Grassi, ove si è confrontato con grandi nomi del teatro italiano ed internazionale. A un Campus che ha registrato una forte partecipazione femminile, l’attore scozzese Iain Glen, il Jorah Mormont della serie tv Il Trono di Spade, ha parlato sia del successo che della sua formazione d’attore, sottolineando l’importanza di coltivare il talento attraverso lo studio. L’ultimo appuntamento con la TaoClass ha avuto come protagonista l’attore americano Jeremy Renner, due volte candidato all’Oscar e volto del supereroe Hawkeye nella saga cinematografica “The Avengers”.
Il 18 giugno, prima del gran finale al Teatro Antico – dove ha trionfato Desierto di Jonàs Cuaròn – in mattinata il pubblico del Campus ha potuto godere della verve di Fabio De Luigi, che quest’anno ha debuttato alla regia con Tiramisù. La sezione ha chiuso nel pomeriggio con Matilda De Angelis e di Geppi Cucciari. Gran finale al Teatro Antico con i premi agli ospiti, oltre a quelli ai vincitori dei film in concorso. Fabio De Luigi ha ricevuto il Premio Cariddi; Ambra Angiolini il premio Promesse Award, Anna Galiena Premio Kineo/Taormina Arte Award, Alessandro Preziosi il Clifton Taormina Award, e Miguel Bose' il premio Taormina Arte Award. Presenti alla serata anche Matilda De Angelis e Carlo Bucirosso. Madrina della cerimonia di chiusura, che ha decretato i film vincitori del 62esimo TaoFilmFest, l'attrice e modella Rocìo Munoz Morales.