Dal 22 novembre al 3 dicembre 2016, Palermo ha ospitato nelle sue storiche e suggestive location la trentottesima edizione dell’Efebo d’oro, il premio - organizzato dal Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema - che dal 1979 esalta l’incontro fra settima arte e letteratura.
Un’edizione ricca - ancora una volta sotto la direzione artistica di Giovanni Massa - che ha guardato al grande cinema e ai nuovi linguaggi di diffusione artistica, con ospite d’eccezione la regista francese Agnès Varda, cui è andato il Premio alla carriera di Banca Popolare Sant’Angelo. Per la prima volta in Sicilia, il 26 novembre la regista di “Cleo dalla 5 alle 7”, “Il verde prato dell’amore” e “Senza tetto né legge”, è stata presente sia all’incontro pomeridiano con la stampa al Grand Hotel Delle Palme, che a quello serale col pubblico al Cinema De Seta, raccontandosi con entusiasmo e passione, gli stessi che mette ancora nella sua poliedrica attività artistica, nonostante i suoi 88 anni. Non a caso, durante la premiazione del giorno successivo al Teatro Santa Cecilia, ha concluso la serata con un messaggio significativo, ossia ribadendo la sua curiosità verso la vita e gli accadimenti, nonostante il passare del tempo; tratto saliente del carattere che le consente di vivere il lavoro come un piacere, mai come un peso.
Un occhio alla storia della settima arte anche nel premio al miglior saggio di questa edizione, con "L'isola che non c'è - Viaggio nel cinema che non vedremo mai" di Gian Piero Brunetta, docente di Storia e critica del cinema presso l’Università di Padova. Un riflettore puntato sulle opere inedite di Fellini, Olmi e altri maestri del cinema italiano, nato da un antico progetto: portare in ateneo questi grandi registi per raccontare i loro film mai realizzati. L’Efebo per il cinema è stato attribuito a “Pericle il Nero”, il film di Stefano Mordini, tratto dal romanzo omonimo di Giuseppe Ferrandino, che durante la serata ha ritirato un premio speciale. Regista e autore si sono incontrati per la prima volta poche ore prima della premiazione finale alla libreria dello Spettacolo Broadway, confrontandosi su genesi e peculiarità delle rispettive opere.
Il premio per l’Opera prima è andato invece a Piero Messina per “L’attesa”. Sul palco, il giovane regista di Caltagirone ha raccontato come la storia del film sia nata da un ricordo che ha sempre portato con sé: l’immagine dei genitori commossi di fronte alla visione di una statua di legno durante una processione. Ma è stato un amico a notare la somiglianza fra la tematica del copione e l'opera di Pirandello, e a fargli sentire la necessità di trarre alcune suggestioni dai capolavori del grande scrittore, come "La vita che ti diedi" e "La camera in attesa".
In questa edizione il Centro per la Narrativa e il Cinema, ha voluto anche dare, in tempi di grande fermento ed evoluzione tecnologica, uno spazio anche ai Nuovi Linguaggi con il Premio per la VideoArte “Città di Palermo” a Douglas Gordon . Dopo esseri raccontato durante un incontro col pubblico il 2 dicembre a Palazzo Branciforte, il giorno successivo l’artista scozzese – uno dei più rappresentativi al mondo nel settore - ha inaugurato a Palazzo Sant’Elia la “Functional Family”, installazione di sette monitor che proiettano alcuni suoi video dedicati al Mediterraneo e alla sua gente. In serata ha ricevuto il premio al Cinema De Seta, proponendo il suo “K.364: A Journey by Train”, film presentato a Venezia nel 2010, il cui titolo porta il numero della “Sinfonia Concertante in Mi bemolle maggiore” di Mozart. Nella vicenda narrata la sinfonia viene eseguita a Varsavia, con l'Orchestra da Camera della Radio Polacca, da Avri Levitan e Roi Shiloah, musicisti ebrei polacchi, come tappa finale di un viaggio verso le rispettive terre d’origine. Gordon lo racconta con immagini che mettono in risalto costantemente il particolare rispetto al tutto: gli stessi volti dei protagonisti vengono ritratti nelle loro espressioni e fotografati nella peculiarità dei tratti, come se vivessero staccati dal contesto. Così gli esterni: le location, riportate nelle loro specificità, offrono allo spettatore, emergendo nella loro fisicità, una miriade di significati possibili.
L’Efebo d’oro 2016 ha posto l’attenzione su una tematica di grande rilievo sociale: i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, sancendo il proprio interesse con un premio speciale alla dott.ssa Antonella Di Bartolo, preside dell’Istituto Statale “Sperone-Pertini”, che nel difficile quartiere palermitano di Settecannoli combatte ogni giorno il fenomeno della dispersione scolastica. Ha consegnato il premio il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune di Palermo Lino D’Andrea.
Soddisfatta per l’eco e la riuscita dell’evento la presidente del Centro di Ricerca Egle Palazzolo, si è rivelata un’ottima padrona di casa, molto attiva durante i vari incontri con ospiti d’eccezione, e soprattutto interessata a rendere l’Efebo oltre molto più che un premio rappresentativo del cinema d’autore, ossia un vettore di promozione e crescita sociale. Realizzando egregiamente una continuità con gli anni passati in cui la manifestazione si teneva ad Agrigento, la Palazzolo ne ha promosso l’aspetto evolutivo, continuando a collaborare con le scuole cittadine che hanno risposto numerose al richiamo del buon cinema coniugato con opere letterarie altrettanto significative.
La giuria che ha assegnato l’Efebo per il cinema è stata composta dalla dott.ssa Egle Palazzolo (Presidente del Centro di Ricerca per la Narravia e il Cinema), Donatella Finocchiaro (attrice), Alina Marazzi (regista), Giorgio Tinazzi (critico e storico) e Federica De Paolis (scrittrice).
Il Premio Città di Palermo per i Nuovi Linguaggi è stato invece assegnato da una giuria formata dall’attore Bruschetta con gli scrittori Antonio Calabrò e Marco Cubeddu, il critico d’arte Mario Codognato e il critico Enrico Magrelli.