Il Gran Premio Internazionale del Doppiaggio - ideato e organizzato da Filippo Cellini con Ince Media e condotto da Pino Insegno – dalla sua prima edizione del 2007 offre il giusto riconoscimento a professionisti e opere realizzate nel corso della stagione cinematografica e televisiva, che si sono distinti per qualità del lavoro al leggio, confermando ancora una volta un’arte in cui gli italiani sono stati e continuano ad essere considerati i migliori del mondo.
Durante la serata dell’ottava edizione, il 6 dicembre 2016 all’Auditorium del Massimo di Roma, sono stati premiati “Revenant – Redivivo” come miglior film e “Il Trono di Spade” come miglior serie tv. I riconoscimenti sono stati ritirati dai rispettivi direttori di doppiaggio Massimo Giuliani e Sandro Acerbo. Per “Revenant” presente sul palco anche Francesco Pezzulli, voce di Leonardo Di Caprio, attore che doppia dai tempi della serie “Genitori in blue jeans”. Pezzulli ha anche improvvisato una divertente rivisitazione del “Titanic” col padrone di casa Pino Insegno.
Migliori doppiatori protagonisti sono stati riconosciuti Mino Caprio, voce di Benoit Poelvoorde in “Dio esiste e vive a Bruxelles”, e Melina Martello per la sua Charlotte Rampling di “45 anni”; mentre nella categoria “serie tv” hanno trionfato Laura Boccanera, voce di Robin Wright in “House of Cards”, e Pasquale Anselmo per il Bob Odenkirk di “Better Call Saul”.
Il Premio del Pubblico è andato a due giovani che hanno recitato in importanti realizzazioni cinematografiche e televisive della passata stagione: Raffaele Carpentieri, voce di Jack Huston nel recente “Ben Hur”, e Gaia Bolognesi, doppiatrice di Jenna Coleman in “Io prima di te”, nonché attuale voce di Bart Simpson. Il premio della Bolognesi è stato ritirato dalla collega Paola Majano, figlia del grande regista Anton Giulio Majano.
Altri riconoscimenti per il cinema sono andati a “Alla ricerca di Dory” (Miglior film d’animazione) ed a “Io, Daniel Blake” (Miglior film d’autore). Sono stati premiati per la direzione del doppiaggio e l’adattamento Rodolfo Bianchi per “The Hateful Eight” e Marco Mete per “The Nice Guys”. Importanti anche i premi a Monica Simonetti (miglior assistente di doppiaggio), Christian Murgia (miglior fonico) e Fabio Tosti e Marco Marcaccio (miglior mixage).
Il Premio alla carriera è andato infine a due pilastri del settore, Francesco Vairano ed Elio Pandolfi, sul palco con Ricky Tognazzi e Simona Izzo per la consegna. I due attori hanno intrattenuto il pubblico con grande verve ironica, regalando momenti di puro divertimento. Vairano ha sostituito il classico discorso ufficiale con un inedito jazz autobiografico. Di prestigio anche i premiatori della serata, tra cui: Jane Alexander, Eleonora Giorgi, Alessia Navarro, Catrinel Marlon, Katia Tomaselli e Claudio Lippi, che ha omaggiato Domenico Modugno con “Meraviglioso”. La Roma Film Orchestra diretta da Paolo Vivaldi ha regalato momenti di grande musica, spaziando dalle colonne sonore realizzate dal maestro per “Adriano Olivetti” e “Non essere cattivo”, fino al Ryuichi Sakamoto de ”Il tè nel deserto” e al Nicola Piovani de “La vita è bella”. Piovani ha lasciato un videomessaggio prima dell’esecuzione del suo celebre tema.
Anche quest’anno il Gran Premio ha riscosso un ampio consenso di pubblico, dimostrando un interesse crescente verso questa forma di arte che rappresenta un’eccellenza tutta italiana. Frizzante il clima all’Auditorium, tipico delle grandi occasioni, ma anche delle grandi famiglie, per il tipo particolare di legame che si crea in sala doppiaggio tra i vari professionisti, ben visibile anche in occasioni come questa in cui ci si ritrova ognuno nei panni propri, libero dall’identificazione con l’attore doppiato, ma al contempo orgoglioso di rappresentare quella particolare voce nel mondo.
Grande soddisfazione per il conduttore Pino Insegno: ”E’ stata forse l’edizione migliore – ci ha detto – e anche la più seguita, con il tutto esaurito. Ci si è accorti di quanto sia importante veicolare un film e renderlo un successo anche europeo. Gli americani per primi hanno capito che l’incasso di una loro pellicola doppiata in Europa è molto più alto. Anche la gente comune ha scoperto il doppiaggio, un lavoro che non conosce scorciatoie o raccomandazioni, perché è solo con la voce che si emerge, e con una lunga e dura applicazione.”